BANCHE VENETE: RIMBORSI E RIMEDI PER CHI HA INVESTITO

27/06/17

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Il salvataggio di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza avrà delle ricadute su coloro che hanno investito in bond subordinati, oltre agli azionisti che hanno già pagato gran parte del conto con il valore delle azioni da tempo quasi azzerato.
il decreto del Consiglio dei Ministri del 25 giugno 2017 per il salvataggio delle banche venete prevede un meccanismo di ristoro analogo a quello già proposto per i piccoli risparmiatori delle quattro banche poste in risoluzione a fine 2015: Banca Marche, Popolare Etruria, Carife e Carichieti. Vale a dire un indennizzo pari al 80% del valore nominale dei bond sottoscritti o acquistati direttamente o in contropartita diretta. In più, in questo caso, Intesa Sanpaolo si farà carico del restante 20% del bond.

Chi beneficerà del rimborso:
Il decreto del governo far espressamente riferimento ai piccoli risparmiatori e solo coloro che hanno acquistato direttamente allo sportello o hanno sottoscritto direttamente le emissioni subordinate. Sono esclusi coloro che hanno acquistato obbligazioni subordinate con taglio minimo da 50.000 euro. Sono esclusi quindi gli investitori retail che non hanno acquistato i bond direttamente dall’emittente in fase di sottoscrizione o a mercato. Coloro che hanno sottoscritto bond allo sportello – ad esempio – li hanno poi venduti e riacquistati a distanza di tempo o li hanno acquistati via web bypassando la consulenza bancaria prevista dalla Mifid, non avranno diritto al risarcimento. In tutto si tratterebbe di circa 200 milioni di euro di obbligazioni subordinate coinvolte e in mano al retail  che, però arriverebbero a circa 80-90 milioni di euro di aventi diritto.  La maggior parte dei Bond subordinati non avrà quindi diritto ad alcun rimborso.
Per chi ne ha diritto la domanda di indennizzo andrà presentata entro il 30 settembre 2017.  Il risparmiatore deve rientrare nei limiti reddituali e patrimoniali. Chi resterà escluso potrà adire l’abitrato con le regole da definire o rivolgersi all’arbitro Consob, se aveva investito meno di 500mila euro.

Le vie legali:
Per tutti i danneggiati resta comunque aperta la soluzione delle aule dei tribunali, nelle quali fare valere anche le questioni sulla veridicità nei prospetti informativi delle singole emissioni che, come accertato dalla Consob e dalla Bce quest’anno, riportavano dati di bilancio falsi.  Ciò vale soprattutto per i 210 mila azionisti che  non avranno diritto a nessun indennizzo, anche se non è chiaro a chi potranno far causa. In base al Decreto essi  non potranno ricorrere contro Intesa Sanpaolo, che subentra nei rapporti creditizi. Più probabili una serie di cause di responsabilità per la omessa vigilanza sulla gestione e sulla veridicità dei dati di bilancio.  
Altra questione riguarda  il bond subordinato Veneto Banca tasso variabile  «lower tier II» di Veneto Banca da 150 milioni (di cui 85 ancora in circolazione) che sarebbe scaduto il 21 giugno 2017 per il quale il governo ha sospeso il rimborso prima che fossero emanati i decreti di liquidazione delle due banche.  In questo caso è in piedi la questione legale per la ipotizzabile violazione di norme Costituzionali.
Secondo il governo la  necessità del provvedimento d’urgenza è stata dettata dalla necessità di congelare il rimborso del bond subordinato . La proroga è applicabile per i titoli che scadono nei sei mesi successi dalla richiesta e dura fino al termine di tale periodo. Un intervento che servirebbe ad «assicurare la parità di trattamento tra creditori subordinati per la condivisione degli oneri nel caso di intervento pubblico» che implica l’azzeramento di tali titoli, come del capitale, colmando così una lacuna del decreto salva-risparmio. 


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