BANCHE POPOLARI: LE AZIONI INVENDIBILI DELLE PUGLIESI

22/09/17

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Altre migliaia di azionisti rischiano di non poter tornare, a breve, in possesso del denaro investito in azioni delle banche popolari e non sono soltanto i 70mila soci della Banca Popolare di Bari. Sempre in Puglia, altri due istituti di credito da tempo incontrano grandi difficoltà a restituire l’investimento in titoli ai loro soci. Si tratta della Banca Popolare Pugliese e della Banca Popolare di Puglia e Basilicata. Complessivamente raccolgono oltre 72mila azionisti i quali hanno acquistato le azioni pensando di poter riavere il denaro investito facendo una semplice richiesta all'istituto.
Le azioni acquistate, invece, si sono rivelate invendibili perché scambiate solo nel mercato interno ed è impossibile il recesso con soldi della banca, per mancanza di fondi sufficienti.
La Popolare Pugliese ha deciso di quotarsi sul mercato secondario Hi-Mtf, insieme alla Popolare di Bari con l'obiettivo di far incontrare più facilmente domanda e offerta. Obiettivo finora fallito per entrambi gli istituti. Al momento ci sono in vendita 11,5 milioni di azioni della Bpb e pochissimi titoli acquistati. Stessa storia per la Popolare Pugliese, che registra 2,7 milioni di titoli in vendita, (per un controvalore che sfiora i 12 milioni di euro) ma pochissime richieste di acquisto.
Il titolo, che a giugno era quotato con un prezzo minimo di 4,71 euro per azione, ora è sceso a 4,15 euro, cioè il minimo  previsto dalle regole del mercato secondario. Come la Popolare di Bari anche la Popolare Pugliese negli ultimi anni  ha avviato una politica espansionista, investendo nel Sannio con l’acquisizione di sette sportelli della Banca del Lavoro e del Piccolo risparmio. Ma anche i 39mila azionisti della Banca Popolare di Puglia e Basilicata hanno gli stessi problemi. Qui un titolo vale 5 euro e 10 centesimi e gli scambi avvengono solo nel piccolo mercato interno, fra i vari azionisti dell'istituto.
Al momento la Popolare di Puglia e Basilicata non ha ancora provato a sbarcare sul mercato secondario Hi-Mtf, ma sembra che abbia in programma la quotazione.
L'istituto prova a difendersi dalle accuse di illiquidabilità delle azioni, affermando che il sistema, nell'arco dell'ultimo anno ha registrato numerosi scambi, senza però convincere le associazioni dei consumatori, che suggeriscono azioni giudiziarie anche sulla base delle recenti pronunce in materia, sia dei tribunali che dell’arbitro bancario finanziario, richiamando il difetto degli obblighi di informazione da parte degli istituti di credito, soprattutto in relazione all’elevato rischio liquidità.


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